I giocatori raccontano: Umberto, maglia nazionale e orgoglio personale

 

Forse non è la “vera” Coppa del Mondo, ma per Umberto indossare la maglia nazionale e rappresentare l’Italia all’Homeless World Cup è altrettanto importante: “penso che per ogni ragazzo
italiano indossare i colori dell’Italia rappresenti il coronamento di un sogno. Non si tratta della “Nazionale Ufficiale”, ma è comunque la maglia italiana. E’ una sensazione bellissima giocare per il mio Paese con il supporto della famiglia e degli amici”.

Umberto ripumb intervistaorta anche la sua esperienza con l’organizzazione dell’Homeless World Cup: si dice molto soddisfatto delle relazioni instaurate e della macchina organizzativa del Torneo.

La selezione e la convocazione a Glasgow rappresentano per Umberto il culmine di un anno di duro lavoro, dopo il percorso che l’ha visto vivere in una residenza protetta presso la Comunità L’Approdo che si occupa di persone con problemi di dipendenza: “il mio viaggio in realtà è iniziato davvero un anno fa. Ho giocato a calcio sino ai 12 anni, quando decisi di dedicarmi allo studio. Sono qui grazie all’Approdo a cui sono riuscito a chiedere aiuto per i miei problemi”.

 Da quel momento Umberto ha cominciato a reinteressarsi al calcio ed è riuscito a vincere la maglia per Glasgow.

C’è stato un processo di selezione per vedere chi poteva giocare insieme. L’obiettivo della Nazionale Solidale è infatti di ricreare una sorta di famiglia vicino e con i ragazzi della squadra”, dice Alessandro Dell’Orto, il team manager azzurro.

Per il futuro Umberto è positivo, ha già visto i primi frutti di questo percorso e spera di incoraggiare altre persone in difficoltà a emularlo: “sono entusiasta di questa esperienza e di come è riuscita a cambiarmi. Cercherò di essere di esempio e di trasferire questo entusiasmo anche ad altri ragazzi in Italia”